Chi siamo
La nostra squadra è una geometria ad assetto variabile, composta a seconda delle esigenze dello specifico territorio nel quale operiamo.
Siamo professionisti di diversa estrazione ed esperienza, anche internazionale, ma legati alle aree marginali – anzi, quasi tutti noi abbiamo scelto di viverci. Siamo architetti, bandiere verdi, designer, facilitatori, illustratori, paesaggisti, pianificatori territoriali, sportivi di montagna, storici…anche se alla fine siamo solo in quattro, più uno.
La nostra multidisciplinarietà è la forza del collettivo, capace di operare dalla fase di ricerca dei bisogni fino all’esecuzione di un’opera pubblica.
Le persone
Edoardo Gallio
Urbanistica tattica, pianificazione territoriale
Urbanista con la passione per la montagna. Crede nelle potenzialità inespresse dei margini e la forza delle comunità che popolano questi luoghi: le chiavi per ri-stabilire equilibri persi, puntando alla generazione di processi che siano funzionali e contestualizzati.
Irene Coletto
Previsioni strategiche, comunicazione visiva
Facilitatrice grafica, aiuta ad esplorare i possibili futuri con l’uso delle immagini e progetta soluzioni visive su misura, per aiutare piccole e grandi realtà a divenire attrattive per i domani. Collabora con numerosi studi, aziende ed enti pubblici e privati. Fellow NGFP 2021.
Ivan Provenzale
Design dei servizi, project management
Ex-direttore del design in agenzie internazionali, ora centrato sui sistemi locali. Vive in un angolo remoto delle Dolomiti Friulane, dove ha fondato una no-profit per la rigenerazione di una valle sommersa e abbandonata. Bandiera Verde Legambiente – Carovana delle Alpi 2023.
Moreno Baccichet
Architettura, pianificazione territoriale
Esperto di paesaggio e progettazione partecipata, opera da decenni in Veneto e FVG. Professore presso le Università di Ferrara, Udine e Venezia, conduce ricerche sull’evoluzione degli insediamenti storici e le nuove pratiche per la pianificazione contemporanea.
La nostra prospettiva
Ci riteniamo dei “provocatori del cambiamento”, anche per quei luoghi in cui tutto sembra compromesso: le aree marginali del Paese (circa 61% del territorio nazionale, 22% della popolazione e 52% dei Comuni) versano in uno stato di abbandono politico, economico e soprattutto progettuale; territori e organizzazioni che operano in contesti spesso privi di risorse, personale e mezzi.
Il nostro scopo è far prosperare questa parte d’Italia dimenticata. L’approccio è deliberato, sistematico, graduale: costruiamo soluzioni a breve termine in risposta ai desideri locali, quale primo passo verso il cambiamento sul lungo periodo. Vogliamo generare processi che favoriscano la coesione delle comunità e le condizioni favorevoli per valorizzare i vuoti.
Per noi, che viviamo e amiamo queste terre, è un dovere.